10:27.89S 138:40.12W
Martedì 14 maggio, con il vento girato ad est, issiamo nuovamente il balooner; le percorrenze rimangono elevate e migliora la stabilita' della barca … possiamo togliere le barre antirollio delle cuccette sopravvento.
Agli appuntamenti radio delle 7.30 UTC e 18.00 UTC con le barche italiane sentiamo forte e chiaro Luigi, che dalle Samoa si sta spostando verso le Tonga, e Massimo, che si trova a Raiatea; in qualche appuntamento riusciamo a sentire perfino Gianni di Eutikia e Lorenzo, che sono in partenza dalla Nuova Zelanda; naturalmente riceviamo bene anche Leopoldo, che sta navigando in solitario verso le Marchesi, ed e' dietro di noi circa 900 M; superata la zona d'ombra di ricezione, cominciamo a sentire Rosario, che naviga davanti a noi di circa 100 M.
Per inviare e-mail via radio SSB abbiamo trovato, su suggerimento di Luigi, una stazione potentissima alle Hawai (K4XV): si trasmette e si riceve alla velocita' di 2000-8000 byte/min, cioe' 10 volte superiore a quelle usate fino ad ora.
Nel pomeriggio di giovedì 16 maggio, prima di affrontare l'ultima notte di navigazione, ammainiamo il balooner, che ci stava portando un po' sopra la rotta, nella speranza che il vento giri a SE e ci permetta un'andatura al lasco; purtroppo invece il vento e' rimasto da est, proseguiamo a farfalla a vele bianche, sopportando un notevole rollio … per fortuna non dura a lungo: alle 11 circa di venerdi 17 doppiamo la punta sud di Fatu-Hiva e alle 12.30 (20.30 UTC) siamo nella baia Hanavave detta anche baia delle Vergini. Ce l'abbiamo fatta! La navigazione piu' lunga in tutto questo giro del mondo e' stata, come dicono i computer, "eseguita con successo"!
Le percorrenze giornaliere degli ultimi 4 gg sono state 162 M, 181 M, 186 M, 171 M; in totale, dall'isola Isabela delle Galapagos, abbiamo percorso 2977 M in 17 gg, 21h, 20 min, velocita' media 6,94 kn.
Nel complesso questa traversata e' stata abbastanza tranquilla: solo per un paio di gg abbiamo avuto qualche raffica vento a 25-28 kn, con onda fino a 4,5 mt con periodo lungo sui 15 sec., ma per la maggior parte del tempo il vento e' stato costante sui 15-20 kn, con direzione variabile da ESE a E; il rollio si e' fatto sentire con un'onda incrociata S-ESE-E da circa meta' percorso.
Nella baia ci sono 19 barche, ancoriamo su 34 mt di fondale di sabbia, teniamo in barca 5 mt di catena e con 80 mt diamo fondo, proviamo la tenuta con 2300 g di motore e l'ancora tiene (10°27,90'S 138°40,12'W) .
Lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi all'arrivo e' sublime, proprio come viene raccontato da tutti coloro che approdano qui: montagne che scendono a picco nella baia, i colori verdi intensi della vegetazione, in contrasto con il verde chiaro delle palme, i pinnacoli (verghe) che si elevano come torri, ti lasciano con il fiato sospeso.
Alla baia delle Vergini c'e' un piccolo villaggio, senza negozi (tranne un piccolo "supermarket" che apre 4 ore al giorno), c'e' una chiesa che funge da ritrovo per tutti gli abitanti. Adesso sono in corso le celebrazioni della Pentecoste, e tutti i locali si riuniscono qui per le funzioni religiose, seguite da pasti comunitari e spettacoli.
Per andare a terra con il dinghy, si aggira il frangiflutti in fondo alla baia a sinistra: avendo l'accortezza di tenere sotto controllo le onde che arrivano e frangono sulla spiaggia, si accede ad un moletto in cemento, c'e' un po' di risacca ma si guadagna il molo facilmente.
All'ancora ritroviamo anche gli amici francesi di Bellissima, Sylvie e Remi, con i quali siamo rimasti in contatto via mail per tutta la traversata, alla sera sono nostri ospiti a cena per un ottimo pasticcio di lasagne cucinato da Angelo e Franco. Il giorno seguente partecipiamo all'escursione da loro organizzata:una barchetta locale, portata con maestria da Jacques, ci porta alla baia Omoa, 5 M piu' a sud.
Omoa e' il centro principale dell'isola, l'approdo al moletto in fondo alla baia a destra dietro ad una corta scogliera e' soggetto a potente risacca, percio' l'abilita' della nostra guida e' davvero provvidenziale! Tutta la baia e' molto rollante, non a caso non c'e' neanche una barca a vela ancorata.
Nel villaggio ci sono 2 piccoli supermercati, forniti di prodotti base. Anche qui come ad Hanavave la maggior parte delle case sono semplici, con tetti in lamiera, ma tutte sono circondate da giardini ben curati, con piante da frutto, fiori, e prati al'inglese. Un'unica strada in cemento attraversa il villaggio e lo congiunge a quello di Hanavave (17 km).
Franco, da buon camminatore, ha optato per raggiungere Omoa a piedi: con un gruppetto di velisti podisti, e' partito alle 7.00, e in sole 5 ore di cammino ci ha raggiunti al ristorante "Chez Lionel".
Noi pelandroni, che avevamo invece optato per il pigro trasbordo con barchetta locale, in compenso siamo andati a fare un giro nella foresta, fino ad una pietra con antiche incisioni rupestri (nel frattempo, abbiamo fatto incetta di mango raccolti per terra nel sentiero).
Nel paese abbiamo visto ed acquistato alcuni prodotti di artigianato locale, lavorazioni in legno (vassoi, statuine totemiche -tiki- e disegni su corteccia pressata -tapa-).
Una bella giornata, alla modica spesa cad, di 7,5 € per la barca e 16 € per il ristorante.
Qui la vita sembra piu' semplice e meno stressante, per strada tutti salutano, sono cordiali e gentili: tutti hanno a disposizione i prodotti della terra, che qui e' molto generosa, e sembrano non aver bisogno di molto altro … sembra un po' di tornare indietro nel tempo…
Supermercato a parte, per acquistare frutta o carne vige il baratto, abbiamo scambiato un vestito ed una sciarpa di Lilli con 10 grossi pompelmi, mezzo casco di banane, 10 grosse arancie e 2 frutti del pane!
Insomma, questo posto ci ha colpito piacevolmente, per il paesaggio e per la gente, speriamo che anche le altre isole abbiano conservato i valori di queste comunita'!