11:50.26N 64:38.50W
Lunedi 14 ci spostiamo, solo di 4 miglia, per raggiungere Prickly Bay. La rada e' molto grande e profonda ed il percorso e' segnalato da boe rosse e verdi.
A circa meta' rada sulla destra, c'e' il marina: 2 pontili che possono contenere al massimo 12 barche, c'e' il distributore di carburante, l'acqua, l'elettricita' (al momento provvisoria in quanto sono in corso lavori di ammodernamento).
Chiediamo un posto al pontile, in quanto avremo un parziale cambio di equipaggio: il 17 parte Elena ed il 18 arriva Roberto.
Davide, il gestore italiano del marina, pur essendo abbastanza giovane (sui 45) vive qui da 25 anni; ci accoglie con grande disponibilita', dandosi da fare per risolvere qualsiasi problema si presenti.
C'e' un po' di risacca nel marina, ma una volta registrato bene l'ormeggio il problema e' minimo; c'e' anche un bar-ristorante-pizzeria, con un mini palco per ospitare band et similia; insomma dopo la prima perplessita' iniziale questo posto ci ha convinto: e' ben arieggiato, l'acqua discretamente pulita. Soprattutto quando abbiamo visto il marina di St. George, Port Louis, sicuramente molto piu' grande, colonnine con acqua e luce, piu' vicino alla citta' e ai negozi, ma costretto tra la collina e le case, in una laguna chiusa con acqua stagnante e zanzare tipo fenicotteri, ci siamo congratulati con noi stessi per aver scelto il nostro piccolo e decentrato marina !
Nei giorni di sosta a Prikly bay ci siamo dedicati alle riparazioni, che purtroppo non hanno avuto buon esito: il log e la stazione del vento, nonostante l'intervento di tecnici locali, non hanno alcuna intenzione di funzionare (significa che non abbiamo indicazioni sull'intensita' del vento, mentre per la velocita' della barca facciamo riferimento al dato fornito dal plotter - SOG: speed over ground); in compenso abbiamo acquistato un nuovo gommone a chiglia rigida (AB Inflates con chiglia in alluminio) ed un nuovo motore (Tohatsu 9.8 CV), qui a Grenada abbiamo trovato i migliori prezzi.
Il 16 gennaio Franco ha noleggiato un'auto ed ha fatto con Elena e Martina il giro dell'isola.
Abbiamo trovato supermercati ben forniti, anche con prodotti di buona qualita', e prezzi migliori rispetto St. Vincent e Martinica.
Il 17 Elena ci lascia, prende l'aereo via Londra dove, causa neve, dovra' sostare un giorno; per lo stesso motivo Roberto, che doveva arrivare il 18, perde la coincidenza a Trinidad ed arriva il giorno dopo.
Anche qui incontriamo navigatori italiani: Arnaldo ed Alessandra del Micamale, che da anni fanno charter ai Caraibi, ed i cagliaritani Giorgio e Pinella, che da piu' di ventanni svernano in questi posti. Per parecchi anni questi ultimi hanno sostato in Venezuela: con loro abbiamo discusso e cercato informazioni sulla pirateria, abbiamo anche lanciato sul network locale, vhf ch.66, una richiesta per trovare altre barche che facessero il nostro percorso, ma senza trovare compagni.
Alla fine decidiamo di evitare lo scalo di Testigos, e fare rotta direttamente a La Blanquilla.
Domenica 20 gennaio alle 10.00, salpiamo da Prikly Bay per La Blanquilla; il vento, variabile intorno ai 15 kn, ci consente di percorrere praticamente tutto il percorso a vela, anche se con qualche bordo al giardinetto; la notte navighiamo rigorosamente a luci spente (non si sa mai!), anche se fino alle 2.30 Refola era illuminata a giorno dalla mezza luna crescente; arriviamo alle 12.40 dopo 181 M.
Ancoriamo 1 M a SE di baia Falucho, vicino alla stazione militare; il portolano di Chris Doyle riporta che sull'isola c'e' un villaggio di pescatori, in realta' ora non c'e' piu' nessuno, se non la stazione guardia costiera con circa 14 persone.
Particolare curioso: la guardia costiera ci contatta sul vhf ch.16, dopo le prime difficolta' di capirsi in spagnolo, una voce femminile in inglese ci chiede informazioni sulla barca e sul nostro programma: il nome della barca, quanto vogliamo fermarci, dove siamo diretti, quante persone a bordo ecc.; rispondiamo a queste domande e dopo circa mezz'ora ci raggiunge una piccola lancia con 5 giovanissimi militari, 2 salgono a bordo, con un po' di carte da compilare; quando chiediamo notizie dell'impiegata che parla inglese, abbiamo saputo che in realta' era il computer con il traduttore automatico!
I 'ragazzi' si sono dimostrati molto gentili e disponibili, hanno compilato una check list coi nostri dati, consegnandocene una copia che FORSE rappresenta un permesso provvisorio. Comunque ci hanno detto che possiamo alzare sulla crocetta di destra la bandiera venezuelana, nonostante non abbiamo fatto dogana; ci hanno anche permesso di recarci presso la caserma e collegarci a internet con la loro rete.
L'ancoraggio e' buono, il fondo di sabbia e detriti di corallo tiene bene, pero' entra un po' di onda che aggira la punta sud, al rientro dalla visita alla caserma e' troppo tardi per cambiare e spostarci sulla costa ovest; lo facciamo il mattino seguente, ci spostiamo a Playa Yaque a 5 M. Il sito, che ha come riferimento 2 grandi palme a terra, e' descritto come "beatiful beach", ed e' infatti davvero incantevole. Siamo soli, la spiaggia bianca e finissima, l'acqua turchese: decidiamo di fermarci per la notte e rimandare di un giorno la partenza per Los Roches. (appena possibile, pubblicheremo le foto e capirete ....)