Ricostituito l’equipaggio di Refola, ci prepariamo a lasciare Mahè per iniziare il nostro giro
seychelliano.
Alla vigilia della partenza vediamo entrare nella
baia dello Yacht Club il catamarano Vamonos
del nostro amico australiano Terry, conosciuto in Sri Lanka e ritrovato poi
alle Maldive.
Ne abbiamo parlato l’ultima volta quando ad
Himmafushi, Maldive, ci aveva raccontato del dinghy rubato e dell’agente che
voleva intascarsi una salata multa inventata (vedi blog del 29 aprile 2018), ma
le sue disavventure non si sono fermate. Alle Chagos, da altri navigatori,
abbiamo saputo che Terry non aveva trovato un dinghy sostitutivo, che aveva
perso un’elica, che il suo equipaggio lo aveva abbandonato. Determinato a
proseguire il suo viaggio era arrivato a Gan, l’ultima isola a sud delle
Maldive dove siamo stati anche noi: durante un temporale con forti raffiche,
l’ancora gli ha arato ed è andato a finire sugli scogli, per fortuna senza
grossi danni. Le ultime notizie dicevano che stava cercando di rimediare una
nuova elica per riprendere la navigazione.
Siamo quindi molto contenti di vederlo arrivare
alle Seychelles: ha navigato fino a qui direttamente dalle Maldive, in
solitario, con un solo motore e sempre senza dinghy. Cenando tutti insieme su Kiwi Dream Terry ci racconta di aver
ordinato la nuova elica in Australia e che ha in programma di andare nel
piccolo cantiere vicino all’aeroporto per alare la barca e fare i lavori.
Visto che è ancora senza dinghy, gli offro il
nostro vecchio Arimar, tenuto di scorta, impacchettato e stivato in un gavone
di prua dal lontano 2013. Purtroppo, quando lo tiriamo fuori dalla sacca,
troviamo una spiacevole sorpresa: è scollato in diversi punti, inutilizzabile
se non dopo un lungo lavoro di pulizia e nuova incollatura. Comprensibilmente
Terry rinuncia a prenderlo, così decidiamo di lasciarlo in omaggio allo Yacht
Club.
Il vento che per circa tre giorni aveva soffiato nella
baia senza sosta, sui 15 nodi con raffiche a 25, scompare quasi completamente
il 5 luglio, data di partenza fissata insieme a Kiwi Dream, con cui navigheremo di conserva. Una nuova smotorata
fino a Baia Chevalier, nella parte NW dell’isola di Praslin, a 27 miglia.
Alle 14.30 ancoriamo davanti ad una bellissima
spiaggia, denominata Anse Lazio, su un fondale sabbioso di 9 metri (4°17.501’S
55°41.968’E). Nonostante la quasi totale assenza di vento c’è un po' di
risacca, che rende leggermente rollante l’ancoraggio e difficoltoso
l’atterraggio con il dinghy.
La zona è molto frequentata dai catamarani della flotta
charter delle Seychelles, ma la baia è molto grande; siamo arrivati a contare
15 imbarcazioni in rada, senza patire gli effetti del sovraffollamento.
A differenza di altre spiagge raggiungibili solo
attraverso impervi sentieri, Anse Lazio è collegata con una strada ai centri
abitati dell’isola. Le guide dicono sia stata votata come la spiaggia più bella
del mondo: forse è un po’ esagerato, ma i grossi massi di roccia granitica che
la costellano sono senza dubbio stupendi e impressionanti. Per atterrare con il
dinghy il posto più agevole è l’estremità SW della spiaggia, parzialmente
protetta dalle rocce.
A terra ci sono due ristoranti ed un simpatico bar,
“Honesty”, gestito da una gentile signora tedesca trasferitasi alle Seychelles
16 anni orsono; nella zona NE, dietro la spiaggia, c’è un piccolo recinto che
ospita sei tartarughe di terra giganti (belle da vedere, anche se lo spazio a
loro dedicato sembra davvero troppo ridotto). Alcuni taxi propongono escursioni
all’interno dell’isola per 400 Rupie (circa 25 €).
Alan di Kiwi
Dream porta la bicicletta a terra e fa un giro di perlustrazione fino a
Baia St. Anne, nel sud dell’isola, dove scopre un sacco di cose interessanti:
la baia è accessibile attraverso un canale segnalato, ci sono diverse barche
all’ancora, anche di dimensioni simili alle nostre, la protezione è buona con
qualsiasi tempo, c’è un pontile galleggiante con una base della Dream Yacht
Charter. Proprio presso di loro trova un dinghy per il nostro comune amico
australiano Terry: la Dream Yacht Charter vende infatti dinghy usati, con
piccoli difetti, a prezzi stracciati. Circa 60 € per un gommone in pvc con
grossi tubolari e chiglia in vetroresina. Un buon affare per Terry!
La sosta ad Anse Lazio dura tre giorni, dedicati
principalmente … alla pulizia della carena! Durante la navigazione a motore da
Mahè avevo notato che con 1800 g/min. la velocità non superava i 4,7 nodi:
piuttosto bassa, almeno un nodo e mezzo al di sotto della normale prestazione.
Corrente contraria, forse? Una volta arrivati scendo in acqua come di consueto per
controllare l’ancora. La sorpresa è trovare l’opera viva di Refola trasformata in una specie di
coral garden: fiori colorati ed alghe su un fondo gelatinoso, non riesco a
credere ai miei occhi! Avevo pulito la carena prima di partire dalle Chagos,
perciò tutta questa flora si è sviluppata tra il 16 giugno ed il 5 luglio nella
baia Marine Charter di Mahè.
Ci mettiamo tutti all’opera: Lilli, Umberto ed io,
prima con il raschietto, poi con la spugna abrasiva. Alan di Kiwi Dream ci dà una grossa mano, grazie
alla sua notevole acquaticità e resistenza in apnea; con le bombole e due
immersioni di un’ora riesco a completare il lavoro sulla chiglia e sul timone.
Sempre insieme a Kiwi Dream, il 9 luglio, ci spostiamo a Baia St. Anne nella parte
SE di Praslin: sono appena 6 miglia, che bordeggiando diventano 14 perché approfittiamo
di un bel vento sui 15-17 nodi da sud e ci concediamo un paio d’ore di bella
navigazione di bolina.
Baia St. Anne è aperta a SE e molto ampia, ma è navigabile
e protetta solo in una piccola parte sul versante SW; un canale segnalato da
boe rosse e verdi lungo un miglio conduce all’area di ormeggio, che è riparata da
un lungo frangiflutti, alla testa del quale arrivano i traghetti di linea per
la Digue e Victoria.
Parallelo al frangiflutti, un pontile galleggiante viene
usato come base dalla Dream Yacht Charter, mentre nel bacino delimitato a SE
dal pontile e a NW da una piccola isoletta sono posizionati alcuni gavitelli
per le barche in transito; solo per barche a pescaggio ridotto la porzione
navigabile si estende nel canale tra la piccola isola e Praslin, fino all’Anse
L’Amour.
Robert (tel. +248 2770267) gestisce alcune boe:
ogni barca ne prende due, una a prua e l’altra a poppa, per tenere la barca
orientata all’uscita e non subire il rollio. Noi ormeggiamo in posizione
4°20.797’S 55°45.859’E su fondale di 7-8 metri, e paghiamo 500 Rp per tre notti
(circa 30 €); per andare a terra il dinghy si può lasciare alla radice del
pontile galleggiante.
Praslin è famosa per essere l’unica isola al mondo
in cui cresce il “Coco de Mer”, una varietà di palma da cocco la cui noce ha forma
e dimensioni del tutto particolari, che richiamano un bacino femminile. Nella
foresta ci sono due grandi parchi (ingresso a pagamento) in cui anche
accompagnati da guide si possono vedere il Coco de Mer e altre piante autoctone
che qui si sviluppano spontaneamente e con abbondanza, come la cannella e la
vaniglia. Optiamo per visitare il parco Ferdinand Natura Reserve, più economico
e più vicino al nostro ancoraggio. Giulia, la nostra guida, mette insieme un
gruppo di 30 persone e ci conduce fino alla sommità della collina, da cui si
gode una strepitosa vista su baia St. Anne.
Lungo il percorso, con diverse soste, ci spiega tutto sul Coco de Mer: come nasce, come si riproduce, solo dopo 25 anni si distingue la pianta femmina che produce le noci dalla pianta maschio che impollina; i frutti impiegano 7 anni a maturare e possono raggiungere il peso di 30 kg!
Lungo il percorso, con diverse soste, ci spiega tutto sul Coco de Mer: come nasce, come si riproduce, solo dopo 25 anni si distingue la pianta femmina che produce le noci dalla pianta maschio che impollina; i frutti impiegano 7 anni a maturare e possono raggiungere il peso di 30 kg!
Un’altra mezza giornata la trascorriamo
scorrazzando per l’isola sugli autobus locali. Esperienza divertente: oltre
all’aspetto panoramico, il viaggio è già di per sé un’attrazione, per la guida
decisamente sportiva che hanno questi autisti in strade strette e ripide, con
incroci a bruciapelo nelle curve.
Prezzo estremamente modico: un biglietto, indipendentemente dalla lunghezza del percorso, costa 7 Rp a persona (0,42 €).
Prezzo estremamente modico: un biglietto, indipendentemente dalla lunghezza del percorso, costa 7 Rp a persona (0,42 €).
I tre giorni di sosta a baia St. Anne scorrono
quindi piacevoli e veloci, giovedì 12 luglio lasciamo il tranquillo ormeggio e insieme
a Kiwi Dream ci spostiamo di 4 miglia,
fino all’isola La Digue.