sabato 5 agosto 2017

Ko Lipe

Durante la notte che passiamo a Ko Butang siamo stati circondati da temporali, con tuoni e fulmini abbastanza vicini, qualche raffica di vento sui 20-25 nodi non ci ha impensierito più di tanto, le acque restano sempre calme e 70 metri di catena su un fondo di 20-22 ammortizzano bene il brandeggio.
Sabato 5 agosto la giornata si apre con il cielo sereno; decidiamo di spostarci di 8 miglia, a nord di Ko Lipe, nello stesso ancoraggio dove ci eravamo fermati quando eravamo diretti a Phuket. Abbiamo ancora credito internet thailandese, e vogliamo sfruttare le grosse antenne di Ko Lipe. Nel caso l’ancoraggio non fosse sufficientemente riparato, pensiamo, possiamo sempre tornare a Ko Butang.
In effetti il canale a nord di Ko Lipe è più esposto al SW, ma l’onda è calata di molto; solo nella mezz’ora di stanca Refola si traversa all’onda e rolla un po’, ma tutto sommato l’ancoraggio è accettabile (6°29.893’ N 99°18.067’E), su fondo sabbioso di 10-12 metri.
Siamo fortunati perché l’ultima sosta in terra Thailandese, in acque limpide, si svolge in una bella giornata di sole: facciamo snorkeling sui reef vicino alla costa, facciamo una passeggiata sulla spiaggia (come veri turisti).



In qualche modo abbiamo la sensazione che sia il nostro ultimo giorno di vacanza: quando saremo partiti da qui, infatti, i bagni nelle acque malesi non sono certo invitanti.
Ko Lipe è la più piccola del Butang Group ed è la più abitata o meglio occupata da numerosi resort; quelle che quando siamo passati all’andata pensavamo essere barche di pescatori sono in realtà taxi-boat locali, con il caratteristico lungo asse elica che fa da timone e da bilanciere al motore esterno.
Domenica 6 agosto salpiamo da Ko Lipe per una tappa di 38 miglia che ci riporterà a Langkawi, che avevamo lasciato il 22 luglio.
I 15 giorni passati in Thailandia ci hanno permesso di farci un’idea di questo paese, soprattutto sotto l’aspetto nautico.
Il golfo di Phuket offre numerosi ancoraggi riparati sia per la stagione invernale, più secca, con il monsone di NE, che la stagione estiva, più umida con il monsone di SW; le acque sono generalmente pulite ma più o meno intorbidite dalla sospensione; per i rifornimenti di articoli nautici si trova tutto in stock o con massimo 4 giorni di attesa (a prezzi un po' più cari ad esempio della Malesia); in città si trovano grandi supermercati, mentre piccoli negozi sono presenti un po’ ovunque; la cucina thailandese è varia e ricca, i prezzi economici.
Abbiamo trovato quasi sempre persone gentili e disponibili ma forse l’elemento che ci ha maggiormente colpito, e in un certo senso raffreddato, è il denso turismo. Sarà forse perché abbiamo visto solo Phuket e qualche isola minore, ma per qualche motivo il fenomeno ci è sembrato più evidente qui che altrove (pensiamo a Bali, per esempio). O forse il fatto è che abbiamo ancora nel cuore la vita semplice dei villaggi del sud pacifico…