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Giovedì 22 agosto Refola solca le ultime miglia di mare fino a Raiatea, dove prendiamo una boa davanti al cantiere C.N.I.. La prima tranche del nostro viaggio e’ finita: ora iniziano i lavori di preparazione all’invernaggio, grandi pulizie e riparazioni.
Mi metto di piglio per capire il malfunzionamento del plotter: smonto tutto, controllo i cavi che lo collegano al GPS e finalmente risolvo l’enigma: il problema era nel GPS, che aveva una delle 3 uscite guaste, per cui mute e senza segnale; collego quindi il plotter ad un altro GPS esterno di riserva, gia’ attivo per la radio SSB … et voila, tutto funziona perfettamente!!!
Lunedì 26 entriamo nel piccolo bacino adiacente al cantiere; i fondali sono bassi, con coralli sparsi, ma c’e’ un passaggio non segnalato tra il reef con fondale di 3,5 mt. (bisogna allinearsi tenendo alle spalle il cartello bianco posto sul canale della laguna e la montagna di Bora-Bora). All’interno del porticciolo i fondali sono 3-3,5 mt, ci possono stare non piu’ di 10 barche, i corpi morti sono costituiti da boe ancorate sul fondo.
Proseguiamo i lavori togliendo il genoa, laviamo, asciughiamo e riponiamo sottocoperta tutte le manovre; ripariamo la banda di rame collegata al bullone del bulbo nella sentina che si era spezzata, completiamo la riparazione del freno dell’elica, che era solo provvisoria e facciamo l’invernaggio del fuoribordo.
Nei giorni di sosta osserviamo il sistema di alaggio: l’invaso che ospitera’ la barca viene appoggiato ad un carrello e spinto in acqua alla profondita’ adeguata, 2-3 addetti si immergono in apnea per sistemare spessori e tenere in assetto la barca, poi con un sistema di funi il carrello viene recuperato e con esso la barca viene tirata in secco.
Il personale ha dimostrato professionalita’ e competenza nelle operazioni, ponendo estrema attenzione nel fare forza sui punti resistenti della struttura delle barche.
Giovedì 29 e’ il nostro turno: nei giorni precedenti erano stati tirati in secca solo catamarani, ma Refola ha un pescaggio molto superiore percio’ il carrello deve scendere piu’ in profondita’. Ci spiegano come sara’ eseguita la manovra e ci danno le istruzioni: noi dovremo affiancarci ad un pontiletto parallelo all’invaso sommerso, il cui lato destro viene abbassato; con funi manovrate da terra la barca sara’ spostata per farla entrare lateralmente nell’invaso; una volta raggiunto il centro dell’invaso, con uomini sott’acqua in apnea che controllano la posizione dello scafo, la parte desta dell’invaso viene rialzata e comincia l’operazione di alaggio; tutto procede bene e dopo circa un’ora siamo fuori.
La barca ha l’opera viva molto sporca, alghe sul galleggiamento, conchiglie e denti di cane oltre a grosse macchie di calcare, ci sono volute 5 ore di idropulitrice piu’ 6 ore di raschietto solo per fare il grosso; quando faremo l’antivegetativa ci sara’ da carteggiare ancora una giornata.
I giorni scorrono veloci, non c’e’ nemmeno il tempo di completare il diario che rimandiamo a quando saremo a casa… le cose da fare sono mille, lavaggio con aceto dello scambiatore del motore e del generatore, lavaggio del pozzo di catena e della catena, invernaggio del motore e del generatore, all’interno pulizia di tutti i gavoni e dei legni; abbiamo messo in ogni locale un deumidificatore manuale a sale.
Refola rimarra’ sola soletta in cantiere fino al 16 aprile 2014 (data gia’ prevista per il nostro ritorno in Polinesia). E’ un lungo periodo, comprendente tra l’altro la stagione delle piogge; per questo ci affidiamo a Cathy, un’intraprendente signora francese consigliataci dal cantiere. Fa questo lavoro da molti anni e ci ha dimostrato competenza e professionalita’, oltre ad una approfondita conoscenza dei Super Maramu; controllera’ ogni settimana lo stato della barca, il livello di carica delle batterie, dara’ aria agli interni e ai gavoni, ci inviera’ via mail fotografie di Refola…le pagheremo 15.000 PF/mese (125 €/mese).
I costi del cantiere per la nostra barca di 53 piedi sono: 511 € per alaggio, varo, lavaggio carena; 385 €/mese per la sosta, comprendente acqua, elettricita’ e 4 gg di banchina.
Lunedì 2 settembre e’ il giorno della partenza. Dopo “sole” 42 ore di viaggio, arriviamo a Verona mercoledì 4 settembre alle 21.50, senza riposo adeguato e con 12 ore di fuso da recuperare.
Un riepilogo di questa prima tranche del nostro giro del mondo: siamo partiti il 28 novembre 2012 da Las Palmas di Gran Canaria, abbiamo attraversato 2 oceani, percorso 10.630 miglia, navigato alle Grenadine, Isole del Venezuela, Columbia, San Blas, Canale di Panama, Las Perlas, Costa Pacifica di Panama fino al Costarica, Isola del Coco, Galapagos, Marchesi, Tuamotu, Isole della Societa’; l’anno prossimo ad aprile riprenderemo il nostro viaggio con un nuovo programma di navigazione.
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