venerdì 3 novembre 2023

DA AGUADULCE AD IBIZA

 


10 ottobre: mentre Lilli rimane a casa in attesa dell’intervento al ginocchio (programmato per il 15 novembre), io volo coi vecchi amici Attilio e Claudia ad Almeria per raggiungere Refola ad Aguadulce.

Il 13 ottobre l’arrivo di Adolfo e Sara, conosciuti al Paterazzo, completa l’equipaggio della prima tranche di questo viaggio.

Il check up della barca che avvio la mattina dopo essere salito a bordo comincia con una nota dolente: le batterie. Le trovo bollenti, con temperature dai 50 ai 60°; stacco subito il carica batterie e scollego il serie-parallelo. Misuro singolarmente il voltaggio delle 12 batterie: sei sono praticamente andate (misurano 6-8 volt), le altre sei sono ancora utilizzabili. Rimetto queste ultime in serie-parallelo; avrò una minor autonomia, ma l’intero impianto elettrico sarà funzionante.

Presto arriva la seconda nota dolente: i copri water che avevo ordinato on line con consegna ad Aguadulce non sono arrivati; in realtà da un’indagine su internet risulta che il corriere, dopo un tentativo di consegna fatto il 17/09 alle 8.13 del mattino (orario in cui gli uffici del marina sono chiusi), si è portato via il pacco e l’ha rispedito al mittente, in Cina !!!!

E poiché non c’è due senza tre, arriva la terza nota dolente: l’elica di prua non funziona. Dopo averla smontata più volte e aver sostituito alcuni pezzi con ricambi che avevo a bordo, realizziamo che manca l’accoppiamento dei due ingranaggi conici.

Nonostante tutti questi contrattempi ci concediamo qualche svago: con la macchina che Adolfo aveva noleggiato a Malaga facciamo un giro nei dintorni e visitiamo il villaggio western dove sono stati girati i film di Sergio Leone.





Lunedì 16 ottobre molliamo gli ormeggi e riprendiamo il programma di navigazione: la prima tappa di 25 miglia, superato Capo de Gata, ci porta alla Playa de los Genoveses. La sosta prevista era la rada di San Josè, ma ho preferito fermarmi prima per avere maggiore protezione da SW. Il mare è calmo, c’è poco vento, arriviamo alle 15.30 e caliamo l’ancora su un fondale sabbioso di 5 metri (36°44.470’N 02°07.078’W).

Il giorno successivo salpiamo per Garrucha a 32 miglia, al mattino il mare è calmo, con poco vento, ma con il passare delle ore il vento rinforza a 20-25 nodi e l’ancoraggio che avevo previsto risulta esposto, quindi decido di entrare in porto. Il Marina è molto grande e ci sono molti posti liberi; il marinaio ce ne indica uno facile da raggiungere e così nonostante l’impossibilità di usare l’elica di prua ed il vento che soffia a più di venti nodi riusciamo ad ormeggiare (37°11.090N 01°49.077’W).

Mercoledì 18 ottobre salpiamo per Cartagena: questa volta ci facciamo furbi ed avvisiamo preventivamente il Marina di aver bisogno di assistenza, sempre a causa dell’elica di prua fuori uso.

Ci assegnano un posto di facile accesso e così anche questa volta ce la caviamo, con il vento che soffia a 25 nodi (37°35.797’N 0°58.759’W).

Il giorno dopo chiamo un meccanico indicatoci dal Marina: gli espongo il problema dell’elica di prua, lui dà un’occhiata e conferma la nostra diagnosi. A questo punto contatto l’Amel per verificare la disponibilità di nuovi ingranaggi conici. Telefono a Hyeres, sede Amel in Costa Azzurra, e mi confermano di avere in magazzino un kit che fa al caso nostro; lo ordino senza indugi ma vengo avvisato che, essendo venerdì, la spedizione non potrà aver luogo prima di lunedì 23 ottobre. Per avere più margine di tempo ed essere sicuro che la consegna avvenga in mia presenza (la brutta esperienza coi copri water, ancora non risolta, insegna), chiedo che il kit venga spedito ad Ibiza.

Da programma abbiamo ben quattro tappe prima di Ibiza: Torreveja, Alicante, Moreira, Formentera. Dovrebbe funzionare.

Ma ancora una volta non si possono fare i conti senza l’oste. Le previsioni meteo ci annunciano un peggioramento: il vento da SW rinforzerà con raffiche fino a 40 nodi!

Sabato 21 salpiamo diretti a Torreveja, a 41 miglia; l’ancoraggio che avevo previsto si rivela riparato, con fondale sabbioso di 4-5 metri (37°58.059’N 0°41.660’W). Da qui in poi il programma subisce parecchie modifiche: restiamo una sola notte e il mattino dopo partiamo per Alicante, dove entriamo in porto e chiediamo assistenza per l’ormeggio; poi la sosta a Moreira viene eliminata perché esposta, e proseguiamo altre 12 miglia fino all’Isla de Portixol dove troviamo un buon ancoraggio (38°45.344’N 0°13.636’E); eliminiamo anche la sosta a Formentera perché esposta e arriviamo a Ibiza il 25 ottobre, un giorno prima del previsto.

Nella traversata da Isla de Portixol a Ibiza Refola si comporta come al solito molto bene, non lasciandosi minimamente turbare né dal vento con raffiche a 30 nodi, che prendiamo al gran lasco, né dall’onda sui 2-3 metri; una bella veleggiata di 9 ore per coprire 63 miglia ed arrivare alle 15.00.

A Ibiza abbiamo prenotato un posto al lussuoso Marina Ibiza, dove troviamo poche barche a vela, moltissimi motoscafi medio grandi, che noi chiamiamo ferri da stiro. Per l’ormeggio veniamo assistiti con un gommone (38°54.831’N 1°26.705E).

Il 27-28 ottobre abbiamo un parziale cambio di equipaggio: scendono per tornare a casa Adolfo e Sara, mentre arrivano Giovanna (che era già stata a bordo da Halifax alle Azzorre) e Laura e Marten, vecchi amici del Paterazzo.

La mattina del 27 ottobre, puntuale come una cambiale, arriva il kit di ricambi dall’Amel. Ci mettiamo subito al lavoro. Verso sera, a lavoro concluso, l’elica di prua funziona perfettamente.

Domenica 29 ottobre salpiamo da Ibiza verso Cabrera, ma questo ve lo racconteremo nella prossima puntata.