lunedì 7 luglio 2014

MAUPITI

 16:28.45S 152:15.10W

Sia i portolani che il tam tam dei navigatori, riguardo a Maupiti, parlano soprattutto della difficolta’ della pass, che e’ rivolta a sud, con una corrente sempre uscente che puo’ arrivare a 9 nodi, impraticabile quando l’onda proviene da sud … certo, si sente dire anche che l’isola e’ bellissima, una volta dentro! Da giorni seguo il meteo e in particolare studio l’evoluzione del moto ondoso, che sembra essere la variabile determinante per un passaggio sicuro. Il bello e’ che pagine e pagine di raccomandazioni, esperienze e consigli (sui portolani) non forniscono affatto indici di riferimento certi per definire le difficolta’ cui si va incontro: chi ha scritto che quando l’onda supera 1 metro e mezzo e’ meglio lasciar perdere, chi invece scrive che fino a 3 metri e’ tutto tranquillo... Che fare allora? Ovvio che il mio spirito di avventura e la voglia di vedere coi miei occhi come stanno davvero le cose mi spingono inesorabilmente verso Maupiti, e inoltre Elena ha il volo prenotato da Maupiti a Papeete, per rientrare in Italia. Individuo in venerdi 4 luglio il giorno migliore per partire alla conquista di questo atollo: sono previsti onda da SW di 1,7 metri e vento da E sui15-18 nodi. E cosi’, con una buona dose di adrenalina, partiamo di buon mattino, mettendo comunque in preventivo anche la possibilita’, una volta davanti alla pass, di dover rinunciare all’impresa e far ritorno a Bora Bora, sorbendoci 30 miglia controvento e con l’obbligo di arrivare prima che faccia buio.

Alle 11.50, dopo una bella veleggiata al giardinetto praticamente con il solo genoa, siamo davanti alla pass: entriamo sul primo allineamento (rotta vera 4°), la corrente e’ uscente e debole, di circa 1-2 nodi; in prossimita’ della prima coppia di beacons rosso verde, accostiamo sul secondo allineamento (17°), non ci sono onde stazionarie, sotto e accanto a noi un incredibile contrasto di colori, acqua turchese e sabbia bianchissima, immagini che scorrono veloci incantandoci mentre avanziamo verso la laguna.

Percorriamo le 2 miglia del canale ben segnalato, che porta al paese; fino a qui il percorso e’ cartografato, piu’ oltre bisogna procedere con estrema prudenza per la presenza di numerose variazioni della profondità, alcune difficili da vedere, il fondo è sabbioso, l’acqua e’ resa torbida dalla finissima sabbia in sospensione.

Alle 12.30 ancoriamo 300 metri  ad est della chiesa con il campanile dal tetto rosso, su una profondità di 6 metri, con 30 metri di catena, buona tenuta (16°26.847’S 152°14.722’W); finite le manovre, la tensione si scioglie del tutto, lasciando il posto ad una sensazione di rilassato benessere.

Subito a nord della chiesa c’e’ un pontiletto per andare a terra, senza bitte, ma si arrangia sempre un appiglio (utile gettare un ancorotto); in corrispondenza del pontiletto c’e’ il municipio. Il paese si sviluppa sul lato est dell’isola, ai lati della strada costiera, a partire dal molo della nave sulla punta meridionale verso nord per circa 4 chilometri.

Attigua al molo della nave, una piccola darsena con distributore di carburante e rubinetto dell’acqua pubblico; lo spazio e’ davvero ridotto, ma probabilmente e’ possibile per una barca rifornirsi alla pompa (le profondità sembrano superiori a 3 metri).

In paese, un piccolo magazzino di generi alimentari  ed un supermercato con panetteria, che al momento e’ chiusa perche’ hanno finito la farina. Fino a metà della prossima settimana, quando arrivera’ la nave, non ci sono baguette! In compenso c’e’ un discreto segnale internet, che prendiamo anche dalla barca grazie all’antenna wifi.

Per non smentire la loro origine trentina, il 5 luglio Franco ed Elena, attrezzati con scarpe da trekking e riserve di acqua, vanno in alla conquista  della vetta piu’ alta dell’isola, dove la vista spazia su tutto l’orizzonte, circa 3 ore di cammino tra andata e ritorno.

Lilli ed io, un po’ per pigrizia e un po’ perche’ non abbiamo scarpe adatte, ci accontentiamo di guardare le loro fotografie.

Insieme facciamo invece nel pomeriggio un’escursione con il dinghy, arrivando fino all’aereoporto, 1 miglio e mezzo piu’  a nord del nostro ancoraggio, sul motu Tuanai; il percorso e’ disseminato di bassi fondali e coralli, abbiamo toccato due volte con il piede del motore, a dimostrazione della difficolta’ di distinguere i colori del fondo.

Domenica 6 cambiamo ancoraggio e ci spostiamo vicino alla pass, circa 400 metri a NW del motu Pitiahe, che delimita la pass ad ovest: fondale di sabbia sui 9-10 metri, poche teste di corallo e acqua limpida, sicuramente il miglior ancoraggio di Maupiti (16°28.451’S 152°15.106’W).

Con il dinghy facciamo un giro nella pass: la corrente uscente e’ debole ed il mare piatto fino all’uscita, facciamo un po’ di snorkeling senza vedere grossi pesci; sul lato ovest del motu, invece, in acque basse e di un’incredibile trasparenza vediamo diverse mante.

Domani, lunedi’ 7 luglio, dovremo purtroppo salutare Elena che torna in Italia. Un vero peccato: oltre alla sua piacevole compagnia, ci mancherà la sua capacita’ ed inventiva in cucina. Franco invece prosegue con noi, e nel pomeriggio lasceremo Maupiti per una navigazione notturna che ci portera’ a Mopelia, la nostra ultima isola della Polinesia francese.

L’ingresso nella “temibile” pass di Maupiti , poi fotografata dall’alto e dal dinghy

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Una passeggiata nell’acqua

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L’aeroporto di Maupiti, da cui partira’ Elena

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Decorazioni con conchiglie

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